Il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è costituito per la maggior parte da PMI, all’interno delle quali si assiste spesso ad un accentramento di competenze in mano al singolo imprenditore, il quale, “trainando avanti il carro”, viene supportato da informazioni legate soltanto al suo istinto, sicuramente aiutato dalla sua esperienza, ma comunque senza avere un “pannello di controllo” sulla situazione che lo circonda.
Vuoi per la loro peculiarità, vuoi per il fatto che sempre più spesso vengono erroneamente considerate non necessarie, in quanto non obbligatorie (a differenza delle discipline legate agli aspetti contabili e tributari), nelle strutture aziendali di minori dimensioni e specialmente in quelle a conduzione familiare, vengono trascurate molte importanti tematiche.
» Quanto mi costa un determinato prodotto?
» Quali sono i miei centri di costo?
» Qual è il mio flusso di cassa che genererò nei prossimi mesi?
» Quale utile ho realizzato in questo mese?
» Quali gli obiettivi da raggiungere e soprattutto, sono in grado di monitorare il raggiungimento degli stessi?
Le domande sono moltissime ed è piuttosto complesso trovare delle valide risposte. Certo, grazie alla sua valevole esperienza l’imprenditore potrebbe avere un sentore in relazione ad alcune di queste problematiche, ma non potrà mai occuparsi di tutto ciò, anche perché, andrebbe a trascurare la sua vera funzione ossia quella di dedicarsi al fulcro dell’attività aziendale: la produzione dei propri beni o servizi.
L’elenco di cui sopra rappresenta solo una piccolissima parte delle informazioni necessarie per poter gestire al meglio la propria azienda, ma molto spesso, le risposte o le domande stesse vengono del tutto ignorate.
Certo, in situazioni di prosperità economica, si potrebbe anche andare avanti “a tentoni”, senza tali risposte. Ma per quanto, o meglio: fino a che punto? Una possibile risposta potrebbe essere: fino a quando non arriverà un concorrente bravo quanto noi, ma che a differenza nostra, avrà un chiaro quadro di controllo della sua azienda che gli permetterà di muoversi con più sicurezza e senza fare passi falsi. Esempio: conoscendo il suo break even point (punto di pareggio) potrebbe vendere, una volta raggiunto lo stesso, al solo costo variabile, facendo così una politica di prezzo molto aggressiva, ma senza rischiare “l’osso del collo”. Ma……quale è il mio punto di pareggio?........quale è il mio costo variabile unitario?
Questo è solo un esempio ma ve ne potrebbero essere molti altri, tutto ciò per far capire che un sistema di consulenza basato soltanto su quegli adempimenti ritenuti strettamente necessari, in quanto obbligatori, come quelli legati agli adempimenti fiscali, contabili e previdenziali, non crea valore all’interno dell’azienda, ma si limita soltanto ad espletare gli stessi. Intendiamo fornire con la nostra struttura un sistema di consulenza a 360° che attraverso una serie di attività, tutte integrate fra loro, consenta all’impresa di poter raggiungere un adeguato assetto organizzativo nelle varie funzioni aziendali e di fornire all’imprenditore quel valido “pannello di controllo” senza mai trascurare le sue linee guida e soprattutto la sua esperienza.
I costi relativi a tali operazioni non sono assolutamente eccessivi, in quanto è possibile sfruttare molti aspetti sinergici che potrebbero derivare ad esempio, dall’elaborazione dei dati contabili, facendo sì che quei numeri non rimangano fini a loro stessi.
Inoltre, grazie a questo stretto rapporto di collaborazione si arriverà ad un processo di crescita reciproca: “l’imprenditore ci fornirà le basi per trovare le migliori soluzioni, fornendoci la chiave per il suo successo che sarà anche il nostro successo”.
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